Era primavera a Marrakesh. Dopo essere uscita dal suo riad al numero 28 di Rue Assourel, la donna si appiattì contro
le pareti d’argilla della medina per fare spazio a dei carri che trasportavano rose appena recise. Inspirò a pieni polmoni.
Non solo il profumo dei fiori, ma l’aroma delle spezie nei cesti, delle pelli conciate, delle scatole di cedro intagliate e delle anfore di tè fresco alla menta. Inebriata dagli aromi, perse il senso dell’orientamento, ma proseguì sicura per la sua strada, aiutandosi con qualche parola di francese e un sorriso sincero… sentendosi per la prima volta da moltissimo tempo veramente viva.